Tributo alle Donne
Care Ladies con la Fioreria Pasqualin dal 1900 parliamo della Festa della Donna.
Federico, proprietario della Fioreria, mi riceve con un sorriso offrendomi un bouquet di tulipani bianchi.
Nonostante sia il giallo il colore scelto per la Festa della Donna, simbolo di solarità e lucentezza, e la mimosa l’emblema di questa festa, Federico mi racconta che la tendenza nel regalare mimose sta cambiando.
I clienti preferiscono scegliere fiori diversi, che incontrano maggiormente il gusto, non solo di chi li regala, ma anche di chi li riceve.
Ogni fiore é bello, ogni fiore ha un suo significato, un suo valore.
Mentre intervisto Federico, i clienti entrano nella sua boutique di fiori ad ammirare quell’angolo di giallo, composto da gerbere, ranuncoli, rose, narcisi… Un tripudio alla femminilità e alla bellezza!
“La Festa della Donna dovrebbe essere celebrata tutti i giorni!” – esclama Federico. E aggiunge: “Non ci deve essere un’occasione particolare per regalare fiori! Ogni giorno é il giorno giusto per farlo”.
E non potrei che essere più d’accordo!
A noi donne non serve una festa per ricordarci quanto siamo importanti e indispensabili!
Cosa sarebbe un mondo senza donne? Sarebbe come una notte senza stelle, una giornata senza sole, un arcobaleno senza colori…
Mi piace conversare con Federico, perché l’altissima considerazione che ha della donne é confortante, e fa ben sperare che il rispetto e la considerazione che meritiamo siano capisaldi del pensiero maschile.
Le donne non sono il sesso debole, e la fragilità non appartiene a noi ma a chi ci vuole sottomesse e maltrattate in nome di un maschilismo malato e assurdo.
Le parole da dedicare alle donne sono infinite, e nel suo essere poeta Federico potrebbe scrivere fiumi di poesie, ma nella sua semplicità e concretezza conclude l’intervista con un augurio a tutte noi, a cui mi associo con grande gioia.
“Che la Festa della Donna non sia solo l’8 marzo, perché gentilezza e protezione sono i valori più importanti che noi uomini possiamo donare loro, per completare quello che siamo e quello che vogliamo diventare”.